Biologico …o certificato

Tutt’e due, se possibile, grazie.

Dalla Certificazione di processo a quella di prodotto, in assenza di residui chimici, OGM, radioattività e xenobiotici in generale.

Tempo addietro circa cinque anni fa, abbiamo assistito a una contestazione su una marmellata di mirtilli di una famosa azienda italiana, con livelli alti di Cesio in Giappone, paese con limiti dieci volte ridotti di tolleranza radioattiva negli alimenti.

Tutti i prodotti alimentari possono essere contaminati da radiazioni, che siano biologiche o no.

E’ chiaro che i prodotti biologici dovrebbero essere senza pesticidi o altri inquinanti… radioattività inclusa.

L’attacco sa di sabotaggio verso una ditta molto seria che lavora solo con prodotti biologici da anni, ad esempio il miele il cui produttore è scrupolosissimo nel portare gli alveari in montagne boschi e aziende biologiche.

Può capitare qualche contaminazione fondamentale ambientale imprevista, per cui anche alla ditta farebbe bene a tutelarsi… in che modo?

Non si dovrebbe innanzitutto certificare un prodotto bio se contiene radionuclidi, per cui stiamo molto attenti alle zone da cui prendiamo le materie prime.

Inoltre, nel commento alla risposta dell’azienda in questione apparso in internet, c’è un’inesattezza laddove si dice che il prodotto Biologico è in assenza di pesticidi.

Purtroppo anche negli alimenti biologici sono stati inseriti limiti di residui di pesticidi, seppur minori rispetto al convenzionale, che qualche allegro ente di Controllo e Certificazione, in un incontro con la commissione europea (il ccpb, ndr quello che controlla la Coop Italia) ha chiesto addirittura di alzare di dieci volte spostando una virgola, per presunte contaminazioni inevitabili da derive di pesticidi.

Ma… il diritto degli agricoltori biologici è di non essere contaminati da pesticidi usati dai vicini!

E lo stabiliscono, oltre alle norme Costituzionali, anche le nuove direttive europee e i recepimenti in materia di pesticidi.

Perciò i vicini agricoltori che ancora si ostinano a suicidarsi e suicidarci con la chimica, devono mantenersi almeno all’interno dei propri terreni, evitando ogni forma di derive di pesticidi, pena sanzioni civili e penali parlano di almeno 150 metri, con il vento anche 300 metri se le particelle degli irroratori chimici sono micronizzate gli studi effettuati, lo dimostrano.

Allora, perché chiedere dei limiti di pesticidi anche nel biologico?

Perché accettare contaminazioni da OGM, anche nel biologico, tanto più senza etichette?

Qualche furbo, manipolando le dichiarazioni di produzione delle aziende biologiche, o i certificati d’importazione ci faccia mangiare per biologici gli scarti del convenzionale o prodotti mischiati.

Per questo bisogna affermare l’assoluta necessità di assenza di pesticidi, OGM e altri contaminanti in un prodotto alimentare che si voglia dichiarare biologico, altrimenti rimane biologica la produzione (ai fini di accesso ai Pagamenti Agroambientali europei), in altre parole il Processo, ma non il prodotto.

Il consumatore biologico ha diritto, pagando molto di più, all’assenza di residui chimici e radioattivi, OGM, ormoni e altre porcherie spesso presenti negli alimenti convenzionali e, seppur in quantità ridottissime, talvolta anche in quelli biologici.

Inoltre, sono d’accordo con la risposta sul punto cinque come scritto di sotto (nel p.s.), allargandolo però a tutti gli inquinanti Xenobiotici (estranei alla natura), dai pesticidi e diossine, metalli pesanti, ecc. in modo da avere sempre i contaminanti dosati in tutti gli alimenti che esistono sul mercato.

Affinché il consumatore possa almeno scegliere, ai sensi del Codice Civile dei Consumatori e Utenti.

A quel punto possiamo anche dire che un prodotto è derivato da agricoltura biologica riportando il livello di residui chimici derivanti da inquinamenti di fondo ambientali o da derive dei vicini, per arrivare pian piano al “Biologico” vero.

E’ chiaro che il prodotto a residuo zero dovrà avere il marchio biologico (certificazione di prodotto), mentre gli altri riporteranno solo la dicitura “da Agricoltura Biologica” (certificazione di processo).

Abbiamo inquinato il mondo in maniera devastante e incommensurabile, oggi dobbiamo pagarne le conseguenze, almeno sui livelli di controllo e attenzione per la tutela dei consumatori che potranno scegliere alimenti puliti, invogliando così gli agricoltori a smettere di usare Agro-tossici per la sopravvivenza dei nostri figli.

Pesticidi, oggi assolutamente inutile poiché abbiamo tutte le tecniche biologiche disponibili a produrre cibo in quantità e qualità sufficiente a sfamare due volte il Pianeta: con l’Agro-ecologia.

Altrimenti, cancro, sensibilità chimiche multiple e altre malattie degenerative epigenetiche ci stermineranno tutti! O almeno la maggior parte.

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